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La paura mobilita, inoltre, forze che ci spingono alla difesa o alla fuga; in quanto reazione difensiva, salvaguarda la vita, contribuisce allo sviluppo umano ed alla crescita personale; naturalmente, la paura ha anche un aspetto limitante, paralizzante...
Mi viene in mente una fiaba letta un po' di anni fa.... quella di Chicken Little: una ghianda cade sulla testa di un pulcino. Lui crede che sia il cielo a cadere. Il suo panico suscita panico tra gli altri abitanti dell'aia e gli animali della foresta. Alla fine si recano tutti insieme dal Leone, il re della foresta, che spiega loro che si era trattato solo di una ghianda e li manda a casa.
Il Leone considera la paura di Chicken e dei suoi amici come ridicola...ma non lo è!
L'allarme interno di un bambino è come Chicken Little: non sa distinguere tra un pericolo reale (il cielo che cade) ed uno immaginario (una ghianda). Un semplice pensiero può attivare la stessa cascata di sentimenti ansiosi come se il cielo stesse cadendo davvero!

UN TIPO PARTICOLARE DI PAURA: QUELLA DEL DENTISTA E DEI TRATTAMENTI
Nonostante i progressi ottenuti con l'applicazione di tecniche innovative e l'attenzione posta nei confronti del controllo del dolore, in una quota non trascurabile di bambini persiste un atteggiamento di tipo odontofobico o, comunque, contrassegnato da intensa paura.
Come abbiamo visto prima, parlando di Chicken Little, nel mondo infantile, gli elementi di realtà coesistono con quelli immaginativi e, spesso, questi ultimi assumono contorni dotati di fisicità tanto da diventare vere e proprie presenze concrete. Non meraviglia, pertanto, che di fronte ad esperienze nuove, improvvise, in qualche modo estranee alle proprie abitdini e ai propri schemi mentali, il bambino mostri atteggiamentoi quantomeno di diffidenza, percependosi privo di strategie collaudate e rassicuranti. Se, poi, la situazione da affrontare si presenta carica di minacce, con vissuti persecutori sia sul piano dell'integrità fisica (dolore, perdite, etc) che su quello dei rapporti affettivi (ad es, la separazione dal genitore) si potranno ravvisare nel suo comportamento reazioni contrassegnate da ansia e paura.

QUAL'E' IL CONTRARIO DI PAURA?
Non è “CORAGGIO”!
Dobbiamo insegnare ai bambini che il CORAGGIO  non è assenza di paura. Coraggio significa essere spaventato e fare qualcosa comunque. E' necessario essere spaventati per avere coraggio!
I bambini fiduciosi si concentrano sul come far fronte alla difficoltà, anziché piangersi addosso.... è proprio per questo che la prima parola che mi viene in mente parlando del contrario di paura sia FIDUCIA: fiducia nei propri genitori, fiducia nel Medico...
Una seconda parola opposta a paura è CALMA: la calma ci aiuta ad avere fiducia nella nostra forza e nella vita! Se ci esercitiamo ad essere calmi, possiamo avvertire in noi questa forza da supereroe e, quando una persona ha imparato a fidarsi, può avere fiducia anche in se stessa. Quando un bambino fa qualcosa che lo riempie di gioia, quando avverte che può intervenire attivamente e modificare una situazione, sviluppa fiducia nelle proprie forze e capacità... e così nasce la fiducia in se stesso!
Una terza parola contrapposta a paura, infine, che non deve mai mancare è GIOCO: nel gioco, i bambini guariscono dal senso di impotenza comportandosi da “forzuti”, giocando ad essere attivi e non solo piccoli “pazienti”, passivi per definizione; il gioco ribalta i ruoli, le norme... le paure e fornisce un  modo per contenerle; nel corso del tempo, poi, la forza “finta” dei bambini si traduce in CORAGGIO e abilità reali, man mano che i bambini gestiscono situazioni spaventose di vita reale.

MEMORANDUM PER LO PSICOTERAPEUTA (e per il genitore)

Ricordarsi di OFFRIRE SEMPRE I MATTONI DELLA SICUREZZA: amore, empatia, accettazione.
ACCOGLIERE sempre OGNI EMOZIONE del bambino.
Alleggerire i problemi con la GIOCOSITA': il gioco provoca risate e ridere rilascia la tensione portata dalla paura.
Avvalersi della FIDUCIA, dell'ALLEANZA e COMPLICITA' con il bambino per spingerlo delicatamente ad affrontare le sue paure, senza farlo cedere alla tentazione dell'evitamento.


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