Gli atti di bullismo e di cyberbullismo si configurano sempre più come l'espressione della scarsa tolleranza e della non accettazione verso che è diverso per etnia, per religione, per caratteristiche psico-fisiche, per genere, per identità di genere, per orientamento sessuale e per particolari realtà familiari; vittime del bullismo sono sempre più spesso, infatti, adolescenti sui quali gravano STEREOTIPI che scaturiscono da PREGIUDIZI discriminatori.
ma... come nascono i pregiudizi?
Dovete sapere che il nostro cervello è nato per “fare economia” e che il pregiudizio, in parte e SOLO IN PARTE (perchè molti altri sono i fattori che contribuiscono a formarlo!) è anche un sottoprodotto della nostra percezione del mondo e dei nostri tentativi di darne un senso.
Il nostro cervello, infatti, per RISPARMIARE TEMPO, tende ad aggregare tra loro persone che ci paiono simili, trattando un rappresentante di un gruppo allo stesso modo di un altro; queste tendenze promuovono la percezione delle differenze tra i gruppi, precezione essenziale ai pregiudizi più virulenti.
Il modo in cui pensiamo, di solito, favorisce i nostri interessi, sostenendo quanto ci aiuta ed avversando quanto ci danneggia.
Non è casuale che questi processi proteggano la posizione privilegiata di cui godono “me” e “il mio”, né è un caso il fatto che raccogliamo ed interpretiamo le informazioni in maniera che appaiano destinate a confermare, anziché a smentire, le nostre convinzioni ed i nostri pregiudizi più radicati.
ma... se è tutta una questione di TEMPO e di VELOCITA'... se tutto va sempre più veloce ed il nostro cervello si deve adeguare a questo ritmo -pena l'esclusione dalla nostra società “civile”-..... quali saranno le conseguenze in relazione al fenomeno della discriminazione? Quali le conseguenze sui cervelli di bambini e ragazzi in merito alla percezione del “diverso-da-me”, dal “non-mio”? Quali le conseguenze per bambini e ragazzi che, già adesso, credono che gli “altri” non provino emozioni e, quindi, neppure dolore?