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É un po' come se il ragazzo tentasse di rivivere tutto ciò che gli è stato insegnato fino ad allora dalla famiglia, secondo regole nuove perchè sue e, quindi, necessariamente differenti da quelle dei genitori e degli adulti in genere.

Il CIBO, dunque, diventa anch'esso strumento di autonomia, di indipendenza e forte segnale lanciato al mondo degli adulti e, in particolare, alla propria famiglia dalla quale, perseguendo il compito evolutivo della separazione-individuazione, l'ex-bambino sta ora cercando di svincolarsi; egli sta cercando, cioè, anche decidendo tempi e modi secondo cui alimentarsi, di trovare una propria sfera individuale, di differenziarsi da qualcosa che sente come passato e, dunque, da superare. É anche questa una forma di controllo di sé, un modo per sentire di essere padrone di se stesso, una sperimentazione della nuova libertà che da bambino non aveva conosciuto.

Ecco perciò il PIACERE DI DECIDERE cosa gli piace e cosa no, di poter finalmente evitare quei cibi da sempre trovati sulla tavola familiare e mai “digeriti”, il potersi imporre con maggior forza su questo tema con mamma e papà; così compaiono merendine, caramelle, gelati, patatine, bibite di ogni genere e tipo... l'esaltazione nello scoprire la possibilità, anche nel campo della nutrizione e della relazione con il cibo, di una propria decisione e di una condivisione non più con genitori e fratelli, ma con amici e compagni; è con questi ultimi, infatti, che stabilisce nuove regole individuali e di gruppo che , in parte, vanno a sostituire almeno momentaneamente le regole del gruppo familiare.

 

IL CORPO CHE CAMBIA

 

Il corpo è al centro di tutti i cambiamenti del ragazzo e della ragazza; è attorno ad esso che si pensa in modo nuovo, perchè il corpo si vede, non è più quello di prima, piace oppure no e tutto ciò ha un peso enorme nell'idea che l'adolescente si fa di sé e di quella che egli sente che gli altri si fanno.

Il corpo si allunga, si allarga, assume sembianze nuove, piacevoli o odiate, determina ed impone una modificazione dell'immagine di sé non solo corporea ma anche mentale.

(IMMAGINE CORPOREA: cioè il modo in cui ci vediamo, è il risultato di un complesso poligono, i lati del quale sono:

  • come noi ci sentiamo, cioè, come ci percepiamo fisicamente.

  • Come noi ci vediamo quando ci guardiamo nello specchio.

  • Come noi ci vediamo quando ci guardiamo negli occhi di chi ci guarda e quale giudizio noi vi leggiamo.

  • Come noi ci confrontiamo con un modello ideale del “sè corporeo”.)

Chi più si rivolgerà a loro come a dei bambini trovandosi di fronte ad un ragazzone di un metro e ottanta o ad una ragazza “formosetta”, anche se dentro loro si sentono incerti e traballanti in questa nuova veste??

Sono tante le novità che ruotano attorno al corpo a cui l'adolescente deve far fronte, da quelle esteriori (accettare la nuova immagine che lo specchio gli rimanda, tollerare momenti di “indefinizione”, come una voce stridula o, al contrario, improvvisamente stentorea; confrontare le proprie forme e cambiamenti con quelle dei compagni e compagne, lottare con maglie e pantaloni improvvisamente indocili, etc), a quelle relazionali (assumere nuove modalità di rapportarsi agli altri, essere in grado di comportarsi secondo modalità più adulte richieste dalla società, gestire nuove situazioni mai vissute prima, etc) e tutto questo non sempre è facile o veloce.

Il proprio sguardo e lo sguardo degli altri diventano, a questa età, implacabili; il cibo, allora, può diventare uno strumento che viene usato per cercare di AVERE UN PO' DI CONTROLLO su tutto ciò che sta sfuggendo; dal momento che rappresenta la fonte e l'energia che può promuovere, aumentare o rallentare i processi fisiologici che stanno alla base dello sviluppo fisico, il cibo sembra essere la “chiave d'accesso” per “governare” il corpo ed, in paralello, governare la propria identità.

Se, cioè, il corpo è visto come il biglietto da visita che risponde alla domanda “Chi sono?”, allora il cibo fornisce l'illusione di poter decidere come si è, anche a dispetto dei ritmi biologici.

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