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Spesso mi trovo ad utilizzare la “ripetizione” come metodo per insegnare ai ragazzi il rispetto delle regole, il rispetto dell'altro, dei confini che ognuno ha, delle piccole manie che ognuno ha, il rispetto dei tempi, dei luoghi, dei genitori...e di se stessi.

Molte volte, la “ripetizione” è un qualcosa che fa molta meno paura della “seduta”, un “qualcosa” avvertito come meno pericoloso e, quindi, un luogo/tempo in cui il ragazzo abbandona le difese e si lascia andare... é bello vedere come alcuni ragazzi, una volta entrati nella stanza, ti dicano subito: “Ora si inizia a lavorare, ma prima ti devo dire due cose..”, come se quelle “due cose” fossero quasi irrilevanti e non facessero parte della ripetizione stessa!

E poi... mi viene da pensare... davanti a quel tavolo, spesso, si ristrutturano tutte le convinzioni sbagliate che i bambini hanno su di sé, a partire dal fatto di non valere nulla come studenti e quindi, spesso, come figli... Tante volte arrivano bambini superconvinti che “non ce la faranno mai”, che gli altri sono sempre e comunque più bravi di loro, che non riusciranno mai a battere il fratello/sorella nella scuola “perchè lui/lei non è che è più grande, ma solo più bravo!”, etc... e si comincia a lottare con il loro senso di autoefficacia venuto meno... Lotta dura, ma ce la facciamo il più delle volte, anche perchè una delle prime cose che dico ai miei bambini è che il mio obiettivo è quello di far sì che loro diventino “superbravissimi”, in maniera che io, dopo, diventi superflua... proprio come si fa con le medicine: si prendono quando serve ma poi si torna a correre e le medicine si buttano via!!

 

E poi ci sono i bambini che hanno qualche caratteristica speciale in più...

Mi riferisco a quei bambini che presentano sintomi di ADHD, Dislessia, Discalculia, Disortografia, etc.... bambini la cui autostima è in caduta libera e che, a mio modo di vedere, non hanno bisogno solo di qualcuno che li aiuti a fare i compiti, ma anche di qualcuno che li ascolti, che conosca quali difficoltà si trovano ad affrontare quotidianamente, nella scuola come fuori di essa... Questi sono bambini che hanno bisogno di un'attenzione in più, come mi piace definirla, quell'attenzione riservata solo a loro che però, spesso, il mondo scolastico non riesce ad avere, per mancanza di luoghi, di spazi, di soldi, di risorse...

E c'è anche un altro aspetto da tener presente: la vita dei genitori.

I genitori di bambini con DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento) spesso hanno fatto e fanno di tutto per seguire il proprio bambino, aiutandolo nei compiti, arrabbiandosi quando serve, arrabbianddosi quando non ne possono più perchè vedono che il loro bambino non ci arriva... ma hanno una vita anche loro e il momento della “ripetizione fatta da una persona esterna dà loro modo di tirare un po' il fiato e concedersi un attimo di riposo, tornando a prendere il bambino decisamente più rilassati, in maniera da trasmettere poi allo stesso tutto il buonumore che hanno recuperato in quell'ora di tempo... pensate sia una cosa da nulla?

Orbene... 

 

per concludere questo mio articoletto, un'ultima riflessione...

é cosa risaputa che Einstein fosse dislessico...

é cosa altrettanto risaputa che Tom Cruise fosse dislessico...

é cosa risaputissima che molti bambini abbiano difficoltà scolastiche, comportamentali e che spesso i loro malesseri si ripercuotano sull'ambito scolastico...

 

Cominciamo a vedere la “ripetizione” non solo come un modo per aiutarli nei compiti, ma come un modo per offrire loro uno spazio sicuro in cui poter esprimere e imparare a cambiare tutto ciò che li fa soffrire.

 

 

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